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Teatro e Musica
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- La guerra degli altri - | Già dal titolo si comprende come questo spettacolo sulla Prima Guerra Mondiale sia profondamente differente da tutti gli altri: il testo vede infatti la Grande Guerra dall’inedito punto di vista degli italiani d’Austria. I protagonisti sono Giuseppe e Rosa due giovani abitanti di Vermiglio, il primo comune trentino che si incontra venendo da Ponte di Legno. Essi sono di lingua, costumi e tradizioni italiani ma, prima del 1918, il loro territorio era sotto la dominazione austriaca e allo scoppio della guerra contro l’Italia nel 1915 si sono trovati in una situazione drammatica. Il giovane Giuseppe viene arruolato dall’esercito austriaco e costretto a combattere accanitamente contro coloro che considera non nemici, ma vicini di casa, e deve aggiungere agli orrori della guerra anche quelli di una massacro fratricida. Il soldato si aggira fra i resti del forte per cercare una risposta a questo suo tragico destino. Non migliore sorte viene riservata all’altra protagonista, Rosa che, rimasta al paese, viene sospettata, come gli altri abitanti di Vermiglio, di essere collusa col nemico e deportata con tutti i suoi compaesani in Austria, in un terribile viaggio che ricorda fin troppo da vicino quelli nazisti di pochi decenni più tardi. Al ritorno al paese non troverà che distruzione e macerie. I due ragazzi, che erano innamorati, senza la guerra avrebbero avuto una storia felice, invece la morte è venuta a spezzare le loro speranze e non rimane loro che raccontare al pubblico la propria esperienza, per evitare che simili tragedie si ripetano. Tratto da situazioni storiche documentate, questo spettacolo si rivolge ad un pubblico di tutte le età ed è particolarmente indicato in occasione di feste civili. Destinato principalmente ad un palco teatrale attrezzato, con opportune modifiche si può rappresentare anche in spazi non convenzionali, come musei, ex fabbriche ecc. La prima assoluta di questa piece è stata infatti eseguita all’interno die nuseo Forte Strino a Vermiglio, negli stessi locali in cui la vicenda è ambientata. |
ven. 8/11 ore 21 |
Unico €7 | |
- ABC del Natale - | Siamo in una stalla, una stalla famosa, e quei due animali sono proprio loro: l'Asino e il Bue, con tanto di coda e orecchie. Da più di duemila anni tengono aperte le porte della loro casa e scaldano esseri umani grandi e piccini raccontando loro storie, belle e antiche. |
sab. 30/11 ore 21 |
Adulti €10 - Ridotti €5 | |
- Gli inferni - | Nella storia letteraria umana non mancano le descrizioni dell’inferno. Da Omero a Virgilio, alle rappresentazioni medievali, molti scrittori hanno provato a raccontare le pene dell’aldilà. Ma la narrazione definitiva dell’inferno per gli occidentali la troviamo nella Divina Commedia di Dante che ha saputo unire i più sublimi versi poetici alla più abbietta delle condizioni umane: l’assenza della morale e della religiosità. Da allora l’Inferno per la nostra cultura è sempre stato quello di Dante, fino al Novecento quando ciò che il Sommo Poeta aveva solo immaginato nell’oltretomba è stato concretamente realizzato dall’essere umano su questa terra. I campi di sterminio nazisti hanno portato nella vita dell’uomo l’inferno, come viene drammaticamente descritto in uno dei più importanti libri sulla Shoah: Se questo è un uomo di Primo Levi. Con estrema precisione e chiarezza, lo scrittore torinese ha rappresentato il lager richiamandosi esplicitamente alla cantica dantesco: Auschwitz è l’Inferno creato dall’uomo per l’uomo, senza però l’umana pietà e il sentimento di condivisione che il poeta trecentesco prova di fronte ai personaggi che incontra. L’ultimo barlume di umanità, che era ancora presente nell’infermo dantesco, ad Auschwitz è stato completamente cancellato dalla barbarie nazista. Basandosi su questa considerazione, il Teatro CaraMella ha progettato lo spettacolo Inferni in cui Dante e Primo Levi, la Divina Commedia e Se questo è un uomo si rincorrono in un continuo rimando, tanto da arrivare ad un intreccio inestricabile. Uno spettacolo drammatico e innovativo, all’interno del quale si richiamano continuamente le parole di Levi, i versi di Dante, immagini tratte da rari video e filmati d’epoca, accompagnati da musica dal vivo. In questo momento storico, in cui echi di situazioni che si credevano ormai definitivamente abbandonati tornano a riaffacciarsi nelle vicende odierne, Inferni è una delle rappresentazioni più ambiziose del Teatro CaraMella, uno spettacolo in cui emozioni fortissime e profonde riflessioni si alternano continuamente, per evidenziare l’estrema contraddizione dell’umanità, capace di passare dai più alti vertici della cultura poetica agli abissi più profondi dell’animo umano. Uno spettacolo indimenticabile per non dimenticare mai più. |
lun. 27/1 ore 21 |
Unico €7 | |
- 50° Arlecchino d'Oro - | Tradizionale rassegna canora con le canzoni dell'ultimo Zecchino d'Oro cantate dai nostri bambini. Quest'anno giunto alla 50° edizione! |
sab. 1/3 ore 20.45 |
Adulti €5 - Ridotti €3 | |
- L'eterno ritorno - | La figura di Ulisse ha sempre affascinato scrittori di tutte le epoche e anche nel ventunesimo secolo l’eroe omerico non poteva rimanere esente da profonde suggestioni. Questo perchè Ulisse rappresenta l’umanità nella sua completezza, con i suoi molti pregi ma anche con tutte le nostre più profonde contraddizioni. Nato in occasione di Brescia Bergamo Capitale della Cultura 2023, questo spettacolo racconta la figura di Odisseo attraverso il punto di vista delle donne che ha incontrato nel suo interminabile viaggio. Con l’aiuto di grandi autori contemporanei, soprattutto femminili, come Margaret Atwood, Marilù Oliva, ma anche Franz Kafka, Milo de Angelis, Luciano de Crescenzo e persino il musicista Luigi Dallapiccola, questa moderna Odissea si sviluppa soprattutto come scontro frontale fra il maschile ed il femminino, in una perenne partita a scacchi che non avrà mai fine. Le vicende vengono date per scontate. Non si trova in questo testo il racconto di un viaggio attraverso il Mediterraneo: il percorso è tutto interiore, nel confronto, finalmente alla pari, fra Ulisse e Circe, Calipso, Nausicaa, Tiresia, le sirene, fino allo scontro finale in cui giganteggia la figura di Penelope, vera coprotragonista dello spettacolo. Pensato come piece itinerante, che si dipana lungo gli ambienti di un palazzo, di un parco, di un luogo non convenzionale, questo spettacolo, che si rivolge principalmente ad un pubblico di giovani ed adulti, può essere comunque adattato per repliche in uno spazio teatrale attrezzato. |
sab. 15/3 ore 21 |
Unico €7 | |
- El Campaner - | Il campanaro, un lavoro che per anni ha dato voce e suono alle comunità, scandendo non solo i tempi di ogni singola giornata ma anche la crescita di generazioni, prima con il gioco e poi con l’impegno fatto di pazienza, ascolto e rispetto. Lo spettacolo, in forma di monologo in dialetto bresciano, con garbo intessuto di passione, con qua e là pennellate d’ironia, narra l’umana vicenda di un campanaro muto che, attraverso la musica i suoni, il modo diverso di guardare il mondo da una prospettiva fatta di sogni e pensieri rinchiusi nella mente, riesce in questo modo a stabilire con le persone un dialogo sincero. Tirando le corde vola alto il campanaro, riunisce nel gesto e nel suono il sublime e la concretezza del quotidiano, abbatte il muro della differenza e, complici le fedeli campane, in alcune circostanze fa sparire il velo di diffidenza nei riguardi di chi appare diverso. Ispirato ad una figura realmente esistita nella Bassa Brescia, questo dolcissimo e poetico personaggio può richiamare anche l’immagine di Quasimodo, ma privo delle forzature romantiche di Hugo. La delicatezza è infatti il tratto caratteristico di Azzini e l’interpretazione di Fioretti accompagna con assoluta levità un testo splendido in cui solitudine, ricordo, desiderio e relazione si intrecciano con i rintocchi delle campane che ci riportano ad un tempo ormai definitivamente passato, ma senza sottoporci al ricatto della nostalgia. El Campaner, in fondo, siamo tutti noi, sordi alla vita e protesi verso la disperata ricerca della bellezza che riempia di senso la nostra piccola esistenza. Uno spettacolo per tutte le età che, nella sua estrema versatilità, può essere replicato in spazi teatrali oppure in luoghi alternativi di tutti le tipologie. |
sab. 5/4 ore 21 |
Unico €7 | |
- FRA' (San Francesco, la star del Medioevo) - | Tutti conoscono san Francesco. Perché è così irresistibile? Era un artista, forse il più grande della storia: nessuno ha mai raccontato Dio con tanta creatività. In un monologo orchestrato con laudi medioevali e gli strumenti antichi di Luciano di Giandomenico, Maurizio Picchiò e Stefano Carloncelli, Giovanni Scifoni si interroga sulla figura del santo più pop che ci sia e percorre la vita del poverello di Assisi e il suo sforzo ossessivo di raccontare il mistero di Dio in ogni forma, fino al logoramento fisico che lo porterà alla morte. |
mer. 30/4 ore 21 |
Unico € 20 | |
- Travail - | Come si può comprendere già dal titolo, questo spettacolo è dedicato al lavoro ed in particolare al lavoro femminile. I testi e le situazioni presentate, raccolte da testimonianze dirette, lettere ai giornali, reportage giornalistici, esprimono, senza ovviamente avere la pretesa di essere esaustivi, l’evoluzione della condizione lavorativa della donna nel ventesimo secolo, attraverso le vere voci delle protagoniste. Sono racconti che narrano vicende umane legate alle esperienze lavorative, ma con la centralità di una visione più "romantica", se così si può definire, del lavoro. Figure legate al mondo rurale che modificano il proprio status vivendo in modo imperioso la trasformazione di una società agricola ad una industriale, con tutte le problematiche connesse, come la migrazione interna e lo sfollamento delle campagne. Si racconta di una società che cambia nel modo di fare e pensare, modifica i costumi e raggiunge un benessere che porta con sè le contraddizioni di un mondo nuovo. Travail come travaglio: il lavoro che porta fatica, non solo fisica ma anche mentale, il dover guadagnarsi il pane ma anche il merito e la voglia di cambiare lo stato sociale proprio e della società di cui si fa parte. E' la storia di due ragazze, il lavoro nella filanda e quello delle gelsominaie, definite anche le mondine del sud, che si trovano a percorrere la stessa strada che le porta a conoscere la grande città con la società del consumo e, nello stesso tempo, a prendere coscienza del proprio stato e del proprio ruolo all’interno di un mondo che si evolve e si trasforma. Per questi suoi temi fortemente legati al sociale, Travail è uno spettacolo adatto ad ogni momento dell’anno ma che trova la sua più significativa collocazione in occasione della Festa del Lavoro e della Festa della Donna. |
sab. 10/5 ore 21 |
Unico €7 |
Contatti
E-mail: | info@cinemapioxi.it |
Telefono: | 030/620181 |
Indirizzo: | Viale Memoria 12 - 25021 Bagnolo Mella (BS) |